Piazza Sant’Oronzo è il frutto della storia millenaria di Lecce e rappresenta il vero centro della città. E’ il luogo ideale dove poter degustare un buon caffè leccese e un tipico pasticciotto, vista Anfiteatro. Infatti, è proprio l’Anfiteatro Romano, il monumento predominante della piazza e uno dei più importanti della città.
Piazza Sant’Oronzo, oltre alla sua straordinaria bellezza, rappresenta il cuore artistico e culturale di Lecce. Spesso ospita eventi e manifestazioni importanti oltre ad accogliere i vari artisti di strada che si esibiscono donando la loro arte. Sulla piazza si affacciano numerosi bar dove potersi godere una sosta golosa o un buon aperitivo e nelle viuzze circostanti si trovano alcune tra le più importanti botteghe artigiane. La piazza rappresenta la tappa obbligata della passeggiata nel centro storico di Lecce, ed è anche fulcro della movida.
Ogni giorno, a Mezzogiorno in punto, la voce del tenore leccese Tito Schipa, conosciuto come l’Usignolo, viene trasmessa in filodiffusione da Palazzo Carafa. Per circa un minuto, cittadini e turisti, possono ascoltare la sua melodia, orgoglio leccese. A Natale, la piazza si illumina di magia con il maestoso albero collocato al centro e le meravigliose luminarie. Per tutti questi motivi, Piazza Sant’Oronzo è senza dubbio il posto migliore in cui vivere a pieno l’atmosfera vivace della città.
L’ANFITEATRO ROMANO
L’elemento più espressivo della piazza, come ormai sappiamo, è l’Anfiteatro Romano che venne messo in luce agli inizi del Novecento, grazie al lavoro di Cosimo de Giorgi, appassionato e studioso locale. Dell’edificio originale è possibile ammirarne circa un terzo, poiché la restante parte è celata al di sotto della piazza e degli edifici circostanti.
Tuttavia, la piazza accoglie stili architettonici di altre epoche, i quali convivono armoniosamente, donandole un meraviglioso aspetto. Troviamo in essa la presenza di edifici di età fascista e posteriori.
MOSAICO DELLA LUPA
Il mosaico, posto al centro di Piazza Sant’Oronzo, è la riproduzione dello stemma della città raffigurante una lupa nera appostata sotto un leccio verde e una corona formata da 5 torri.
Fu realizzato da Giuseppe Nicolardi nell’Agosto del 1953, il lavoro durò 4 mesi, grazie all’utilizzo e lavorazione a mano di pietre pregiate, prese dalla scogliera adriatica tra Santa Maria di Leuca e Santa Cesarea Terme.
Il mosaico è stato restaurato nel 2017; nonostante la sua realizzazione fosse avvenuta nel ‘900, il simbolo di Piazza Sant’Oronzo, ormai trascurato e rovinato, attirava i turisti che spesso hanno prelevato e portato a casa alcuni tasselli come souvenir.
Gli elementi del mosaico rimandano a significati e leggende. Il leccio simboleggia la città di Lecce, il cui nome pare derivi proprio da Leccio, dopo numerose mutazioni subite prima di arrivare al nome attuale, Lecce.
Inoltre, secondo la leggenda sulle superstizioni legate al mosaico, si dice che calpestarlo porti sfortuna. In particolare, si racconta che lo studente che calpesta calpesta il mosaico, avrà molte possibilità di essere bocciato all’esame.
Inutile dire che, nonostante si tratti di una simpatica superstizione o leggenda, gli studenti evitano di passeggiare sul mosaico.
IL SEDILE
Tra gli altri monumenti della piazza vi è il Sedile, una costruzione parallelepipeda, con grandi archi ogivali, ricchi fregi con stemmi araldici della città e di Filippo III di Spagna, trofei, armature, alti pilastri angolari e un ampio loggiato rinascimentale nella parte superiore con tre archi-finestre delimitati da balaustre. Quel che si vede è solo una parte del più grande palazzo che ospitava gli uffici del rappresentante locale del Re e di altre istituzioni locali. Fu costruito nel 1592 come sala di udienze e riunioni, le cui grandi vetrate dovevano essere garanzia e simbolo di trasparenza degli atti pubblici del sindaco Pietro Mocenigo e fu sede municipale fino al 1851.
Le armature richiamano forse il fatto che nelle stanze retrostanti alla loggia la città custodiva armature o munizioni.
All’interno, sulle pareti e la volta si trovano le figure dei santi protettori della città e scene che raffigurano episodi relativi alla presa di possesso del Regno di Napoli da parte di Carlo V d’Asburgo.
LA CHIESA DI SAN MARCO
A lato del Sedile vi è la Chiesa di San Marco, memoria dei rapporti secolari che univano la Serenissima a Lecce, che nelle sue mura ospitava una fiorente colonia di mercanti veneti e in alcune sue chiese conserva ancora oggi oggetti artistici spediti da Venezia.
La chiesa, di semplici linee rinascimentali ma dal portale ricco di intagli, sorge su una più antica cappella dedicata a san Giorgio e fu ricostruita nel 1543, con l’intervento di Gabriele Riccardi, dalla numerosa e attiva comunità veneta presente nel capoluogo.
Il portale è fiancheggiato da due colonne e da un architrave molto decorata sulla quale vi è una lunetta con scolpito il leone di San Marco, l’inconfondibile stemma della Serenissima e , più in alto, un rosone molto istoriato.
LA COLONNA DI SANT’ORONZO
Un tempo collocata nell’area dell’Anfiteatro, la colonna di Sant’Oronzo fu eretta alla metà del Seicento dai leccesi che vollero così ringraziare il Santo per aver posto termine ad un’epidemia di peste. Il fusto della colonna di età romana, che si alza su un enorme basamento paralellepipedo e che termina con un ricco capitello corinzio sul quale è posta la statua del protettore in atto di benedire la città, in legno ma rivestita di rame, è un dono della città di Brindisi, dove segnava, con una seconda colonna, ancora a Brindisi, il termine della via Appia. Il progetto è di Giuseppe Zimbalo. La statua, distrutta da fuochi nel 1737, fu rifatta due anni dopo con rivestimento in rame in una bottega veneziana ed è stata sottoposta a nuovi e importanti lavori di restauro terminati nel 2021.
LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Su piazza Sant’Oronzo si affaccia anche la classicheggiante facciata della Chiesa di S. Maria delle Grazie, eretta fra il 1590 e il 1606, il cui slancio verticale è sottolineato dalla presenza nel fastigio di statue della Madonna e degli angeli. Espressione della Controriforma, la chiesa ha un prospetto molto semplice e lineare, a due ordini, con un fastigio triangolare sul quale svettano tre statue con al centro quella della Vergine. Il primo ordine è diviso da lesene e da due colonne scanalate all’interno delle quali si apre l’elegante portale al quale si accede superando un non alto sagrato. Ai lati due nicchie con statue di santi. L’ordine superiore replica il primo: al centro, sopra un timpano curvilineo, una grande finestra con ai lati due nicchie vuote.
L’interno è a croce latina e ad una sola navata coperta da un soffitto a cassettoni. Al suo interno, con un notevole soffitto ligneo a lacunari intagliati, sono custodite tele di Oronzo Tiso: Adorazione dei pastori, al 1° altare a sinistra, Assunta, al 2° altare a sinistra e due straordinari intagli lignei di Vespasiano Genuino dei primi anni del ‘600 raffiguranti la Vergine incoronata dalla Trinità e la Madonna delle Grazie.
Piazza Sant’Oronzo è il frutto della storia millenaria di Lecce e rappresenta il vero centro della città. E’ il luogo ideale dove poter degustare un buon caffè leccese e un tipico pasticciotto, vista Anfiteatro. Infatti, è proprio l’Anfiteatro Romano, il monumento predominante della piazza e uno dei più importanti della città.
Piazza Sant’Oronzo, oltre alla sua straordinaria bellezza, rappresenta il cuore artistico e culturale di Lecce. Spesso ospita eventi e manifestazioni importanti oltre ad accogliere i vari artisti di strada che si esibiscono donando la loro arte. Sulla piazza si affacciano numerosi bar dove potersi godere una sosta golosa o un buon aperitivo e nelle viuzze circostanti si trovano alcune tra le più importanti botteghe artigiane. La piazza rappresenta la tappa obbligata della passeggiata nel centro storico di Lecce, ed è anche fulcro della movida.
Ogni giorno, a Mezzogiorno in punto, la voce del tenore leccese Tito Schipa, conosciuto come l’Usignolo, viene trasmessa in filodiffusione da Palazzo Carafa. Per circa un minuto, cittadini e turisti, possono ascoltare la sua melodia, orgoglio leccese. A Natale, la piazza si illumina di magia con il maestoso albero collocato al centro e le meravigliose luminarie. Per tutti questi motivi, Piazza Sant’Oronzo è senza dubbio il posto migliore in cui vivere a pieno l’atmosfera vivace della città.
L’ANFITEATRO ROMANO
L’elemento più espressivo della piazza, come ormai sappiamo, è l’Anfiteatro Romano che venne messo in luce agli inizi del Novecento, grazie al lavoro di Cosimo de Giorgi, appassionato e studioso locale. Dell’edificio originale è possibile ammirarne circa un terzo, poiché la restante parte è celata al di sotto della piazza e degli edifici circostanti.
Tuttavia, la piazza accoglie stili architettonici di altre epoche, i quali convivono armoniosamente, donandole un meraviglioso aspetto. Troviamo in essa la presenza di edifici di età fascista e posteriori.
MOSAICO DELLA LUPA
Il mosaico, posto al centro di Piazza Sant’Oronzo, è la riproduzione dello stemma della città raffigurante una lupa nera appostata sotto un leccio verde e una corona formata da 5 torri.
Fu realizzato da Giuseppe Nicolardi nell’Agosto del 1953, il lavoro durò 4 mesi, grazie all’utilizzo e lavorazione a mano di pietre pregiate, prese dalla scogliera adriatica tra Santa Maria di Leuca e Santa Cesarea Terme.
Il mosaico è stato restaurato nel 2017; nonostante la sua realizzazione fosse avvenuta nel ‘900, il simbolo di Piazza Sant’Oronzo, ormai trascurato e rovinato, attirava i turisti che spesso hanno prelevato e portato a casa alcuni tasselli come souvenir.
Gli elementi del mosaico rimandano a significati e leggende. Il leccio simboleggia la città di Lecce, il cui nome pare derivi proprio da Leccio, dopo numerose mutazioni subite prima di arrivare al nome attuale, Lecce.
Inoltre, secondo la leggenda sulle superstizioni legate al mosaico, si dice che calpestarlo porti sfortuna. In particolare, si racconta che lo studente che calpesta calpesta il mosaico, avrà molte possibilità di essere bocciato all’esame.
Inutile dire che, nonostante si tratti di una simpatica superstizione o leggenda, gli studenti evitano di passeggiare sul mosaico.
IL SEDILE
Tra gli altri monumenti della piazza vi è il Sedile, una costruzione parallelepipeda, con grandi archi ogivali, ricchi fregi con stemmi araldici della città e di Filippo III di Spagna, trofei, armature, alti pilastri angolari e un ampio loggiato rinascimentale nella parte superiore con tre archi-finestre delimitati da balaustre. Quel che si vede è solo una parte del più grande palazzo che ospitava gli uffici del rappresentante locale del Re e di altre istituzioni locali. Fu costruito nel 1592 come sala di udienze e riunioni, le cui grandi vetrate dovevano essere garanzia e simbolo di trasparenza degli atti pubblici del sindaco Pietro Mocenigo e fu sede municipale fino al 1851.
Le armature richiamano forse il fatto che nelle stanze retrostanti alla loggia la città custodiva armature o munizioni.
All’interno, sulle pareti e la volta si trovano le figure dei santi protettori della città e scene che raffigurano episodi relativi alla presa di possesso del Regno di Napoli da parte di Carlo V d’Asburgo.
LA CHIESA DI SAN MARCO
A lato del Sedile vi è la Chiesa di San Marco, memoria dei rapporti secolari che univano la Serenissima a Lecce, che nelle sue mura ospitava una fiorente colonia di mercanti veneti e in alcune sue chiese conserva ancora oggi oggetti artistici spediti da Venezia.
La chiesa, di semplici linee rinascimentali ma dal portale ricco di intagli, sorge su una più antica cappella dedicata a san Giorgio e fu ricostruita nel 1543, con l’intervento di Gabriele Riccardi, dalla numerosa e attiva comunità veneta presente nel capoluogo.
Il portale è fiancheggiato da due colonne e da un architrave molto decorata sulla quale vi è una lunetta con scolpito il leone di San Marco, l’inconfondibile stemma della Serenissima e , più in alto, un rosone molto istoriato.
LA COLONNA DI SANT’ORONZO
Un tempo collocata nell’area dell’Anfiteatro, la colonna di Sant’Oronzo fu eretta alla metà del Seicento dai leccesi che vollero così ringraziare il Santo per aver posto termine ad un’epidemia di peste. Il fusto della colonna di età romana, che si alza su un enorme basamento paralellepipedo e che termina con un ricco capitello corinzio sul quale è posta la statua del protettore in atto di benedire la città, in legno ma rivestita di rame, è un dono della città di Brindisi, dove segnava, con una seconda colonna, ancora a Brindisi, il termine della via Appia. Il progetto è di Giuseppe Zimbalo. La statua, distrutta da fuochi nel 1737, fu rifatta due anni dopo con rivestimento in rame in una bottega veneziana ed è stata sottoposta a nuovi e importanti lavori di restauro terminati nel 2021.
LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Su piazza Sant’Oronzo si affaccia anche la classicheggiante facciata della Chiesa di S. Maria delle Grazie, eretta fra il 1590 e il 1606, il cui slancio verticale è sottolineato dalla presenza nel fastigio di statue della Madonna e degli angeli. Espressione della Controriforma, la chiesa ha un prospetto molto semplice e lineare, a due ordini, con un fastigio triangolare sul quale svettano tre statue con al centro quella della Vergine. Il primo ordine è diviso da lesene e da due colonne scanalate all’interno delle quali si apre l’elegante portale al quale si accede superando un non alto sagrato. Ai lati due nicchie con statue di santi. L’ordine superiore replica il primo: al centro, sopra un timpano curvilineo, una grande finestra con ai lati due nicchie vuote.
L’interno è a croce latina e ad una sola navata coperta da un soffitto a cassettoni. Al suo interno, con un notevole soffitto ligneo a lacunari intagliati, sono custodite tele di Oronzo Tiso: Adorazione dei pastori, al 1° altare a sinistra, Assunta, al 2° altare a sinistra e due straordinari intagli lignei di Vespasiano Genuino dei primi anni del ‘600 raffiguranti la Vergine incoronata dalla Trinità e la Madonna delle Grazie.