Anfiteatro Romano
In Piazza Sant’Oronzo sono visibili i resti dell’Anfiteatro di Lecce, il massimo edificio teatrale conservato in Puglia. È datato ad età augustea con rifacimenti sotto l'imperatore Adriano. Venne messo alla luce negli anni Trenta del Novecento, nell’ambito del culto per l’Impero Romano di età fascista. Solo un terzo della struttura venne scavato in quanto il resto era collocato sotto la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’anfiteatro si trovava ai margini della città, in una posizione di cerniera tra l’abitato e il territorio. In parte venne scavato il banco roccioso sottostante, così da reimpiegare nella costruzione le pietre cavate. Resta solo la ima cavea. Sotto alla cavea passavano due corridoi, uno centrale anulare per gli spettatori, con numerosi accessi dal porticato, ed un altro di servizio. Il podium, muro che divide l’area dalla cavea, era decorato da rilievi in marmo che rappresentano le venationes che avvenivano all’interno della struttura. Troviamo rappresentati cacciatori, gladiatori, bestie e animali di varia natura: cani, lepri, tori, cervi, lupi, cinghiali, pantere, leoni, orsi, e perfino un elefante e un rinoceronte.
Il Teatro Romano
Il Teatro fu scoperto casualmente nel 1929, aveva un diametro esterno di 40 m, un’orchestra semicircolare e un’ampia scena. Anche il teatro è in parte scavato nella roccia sottostante, da cui è ricavata la scena ancora in luce. L'orchestra, conservata nella sua originale pavimentazione a grandi lastre regolari di pietra, terminava con tre larghi gradini, riservati ai personaggi più autorevoli della città romana. Nel proscenio si notano il canale destinato ad accogliere il sipario e molti incavi, probabilmente utilizzati per le impalcature degli scenari in legno. La scaenae frons doveva essere decorata da nicchie con statue riproducenti prototipi di età classica o ellenistica: sono stati rinvenuti frammenti di un Ares, di un’Artemide, di un’Amazzone, di un’Athena, di uno Zeus, oltre a un clipeo con l’immagine di Roma, pertinente probabilmente ad una statua di Augusto che era collocata al centro del frontescena (i reperti provenienti dallo scavo sono conservati al Museo Provinciale "Sigismondo Castromediano" di Lecce).
Gli Scavi
In Piazzetta Castromediano sono venuti alla luce, durante la ristrutturazione della piazza, alcune strutture connesse con varie fasi della storia della città. Ad età romana vanno ascritti i resti di alcune strutture produttive pertinenti alla lavorazione dell’olio (frantoio e cisterna), del II-I secolo a.C. Questo rinvenimento permette di collocare in quest’area il quartiere artigianale della città romana. I resti del trapetum del I secolo a.C. sono visibili nella vetrina ad est. Vediamo un vasto ambiente con pavimento in cocciopesto con presse per la spremitura. L’olio era convogliato tramite canali nel lacus olearius (rivestito in cocciopesto con scaletta di accesso e pozzetto sul fondo) in cui si sedimentavano i depositi dell’olio spremuto.