nardò, perla barocca
Nardò è uno dei centri più popolosi della provincia di Lecce. La città ha origine messapiche, con il nome di Neretum o Neritum, e diventa città importante soprattutto in età romana con il suo scalo emporico-portuale, probabilmente corrispondente all’attuale Santa Maria al Bagno. Oggi la città appare nello splendido volto che il Barocco le diede, negli splendidi edifici del Seicento e del Settecento che circondano Piazza Salandra, cuore della città dominata dalla Guglia dell’Immacolata, eretta in ringraziamento per le poche conseguenze del terremoto del 1743. Di particolare interesse architettonico sono il Sedile del Cinquecento con la statua di S. Gregorio Armeno, protettore della città, così come la chiesa di S. Trifone e il Palazzo di Città. Numerosissime sono le chiese degne di nota, tra cui sono da segnalare sicuramente la Cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta.
Nel luogo di un’abbazia basiliana dedicata a Santa Maria de Nerito, venne costruita, alla fine dell’XI secolo, la cattedrale. La facciata originale ha subito numerosi rimaneggiamenti fino all’ultimo definitivo del XVIII secolo. L’interno è diviso in tre navate; nel lato destro della navata centrale è distinguibile lo stile romanico di età normanna con archi a tutto sesto, mentre il lato destro presenta archi a sesto acuto. Le pareti presentano numerosi affreschi. Degno di nota è il cosiddetto Cristo nero, un crocifisso in cedro del Libano. Della chiesa di età normanna è il campanile.
Il Castello fu costruito sotto Giovanni Antonio Acquaviva d’Aragona tra la fine del XV e i primi del XVI secolo. Presenta il tipico impianto aragonese quadrangolare, rafforzato agli angoli da quattro torrioni, circondato da un fossato. Particolare è il torrione a mandorla rivolto verso la via extramurale. Rimaneggiato completamente per essere trasformato in residenza nobile da Luciano Personè, il castello è attualmente adibito a sede Municipale.
Chiaro esempio del Barocco salentino è la chiesa di San Domenico. La chiesa fu costruita sui resti di “Santa Maria De Raccomandis” tra il 1423 ed il 1434. L’edificio venne quasi completamente distrutto nel terremoto del 1743; sopravvive la facciata, della fine del XVI secolo, formata da coppie di colonne scanalate che proseguono al livello superiore in forma di probabili “colonne inglobate” binate, congiunte da un raccordo ad unghiatura. L’insieme dei volti sfingei delle cariatidi, gli gnomi accovacciati, le maschere, e la tendenza all’horror sono da intendersi la conseguenza di un certo gusto antiquario nato in ambito manieristico. L’interno è a croce latina con un’unica navata e tre cappelle per lato. DINTORNI Ma è il territorio di Nardò che conserva le radici del Salento, soprattutto lungo la costa, dove le antiche grotte, come quella del Cavallo nella Baia di Uluzzo, erano abitate dai primi uomini del Salento. Ed è sempre lungo la costa che sono collocate splendide marine e aree naturali di grande interesse.